La giornata è scandita dalla preghiera e dal lavoro, disposta così da coinvolgere la persona nell'unico servizio della volontà di Dio, nel luogo da Lui stesso preparato per la nostra gioia e salvezza.
La preghiera continua, che caratterizza la vita monastica, prende forma in alcuni elementi fondamentali: * Il sacramento dell'Eucaristia, sorgente della grazia redentrice di Cristo, centro e culmine della Liturgia, unisce indissolubilmente i monaci a Dio e fra loro. * La lode di Dio, con il canto dei salmi, innalza in nome della Chiesa la supplica, il desiderio, la sofferenza e l'inno di ringraziamento di tutti gli uomini. Le ore del giorno, le vigilie prima dell’alba, cosi come i ritmi del tempo e delle stagioni convergono in tal modo nell'unica celebrazione e del mistero Cristo. [foto: tabernacolo dell’Eremo Santa Maria nel Silenzio]. * Un'atmosfera di silenzio richiama alla vigilanza dello spirito, e aiuta a permanere nella memoria di Dio, in comunione con tutti i fratelli. * La conoscenza del mistero di Cristo nella storia di salvezza in cui Dio pone l’uomo, nutre il desiderio del cuore e ispira la risposta del dono totale, grazie all'ascolto della Parola di Dio e alla sua meditazione, nei tempi di lettura o dialogo comunitario.
La realtà del lavoro svolto con le proprie mani permette alla comunità di guadagnarsi il pane e di condividere autenticamente la legge del lavoro. Esso tempra la persona nel dono di sé e nello sforzo di integrazione responsabile con le sorelle e dà al monastero un carattere povero, semplice e ospitale. Il lavoro –specie manuale- è una necessità perché ci consente di vivere e di guadagnarci da vivere, ma è anche un dono di Dio e una dimensione che integra e completa quello della vita e della vocazione (cf. RB 48,8: “sono davvero monaci quando vivono del lavoro delle proprie mani”). Il fatto che il lavoro sia anche un dono è un concetto sul quale dovremmo riflettere. Parlando di dono, evidenziamo anzitutto l’importanza dell’atto del donare, dove il donante si fa dono egli stesso, anche se si fa presente all’altro attraverso il dono. Applicare questo al lavoro dono di Dio, significa che Dio in qualche modo ha voluto comunicarsi a noi attraverso il lavoro. E questo è una via per giungere alla salvezza, come lo è la preghiera.
Ora et labora non è la giustapposizione di due aspetti dell'esistenza, ma la coincidenza tra la realtà quotidiana e il rapporto con Cristo.
Ecco il lavoro è la preghiera reale,
e non esiste preghiera se non è lavoro, se non esprime un lavoro.
E non esiste un vero lavoro interamente consapevole
se non ci spalanca e non ci fa presentire qualcosa di più cioè Cristo.
Perciò realmente il lavoro è preghiera
come la preghiera in senso stretto è una forma ultima espressiva di lavoro (L. Giussani)
Work, particularly manual work, is central to our life. Working provides the opportunity to share in the divine work of creation and restoration. It also is an invitation to follow in the footsteps of the Poor Christ. Through the work of our hands, we provide a livelihood for the community, and express our solidarity with all labourers.
What is more, work helps develop a sound asceticism that fosters spiritual development and maturity. It promotes health of mind and body, contributing to the unity of the brotherhood.
Outwardly he was entirely given up to work, but inwardly he was entirely given up to God. (William of St. Thierry, Vita Sancti Bernardi, 4:23)
Work includes that which is necessary to any household: cooking, cleaning, garden, grounds and building maintenance; that which is more specific to monastic life: guesthouse, administration, liturgy, and spiritual accompaniment; that which is our main industry and source of income: for us… (see: Artigianato monastico).
In all the elements of our monastic life the challenge is one of balance and mindfulness of the presence of God in all things, and through all things.
Work is one of the elements or pillars of our monastic day. It "belongs to the essential rhythm of a fully human life" (cf. Ch. Cummings, Monastic Practices). St. Benedict in his Rule gives first this reason: "Idleness is the enemy of the soul. Therefore, all the community must be occupied at definite times in manual labour" (Chapter 48). He goes on to say that "they will really be in the best monastic tradition if the community is supported by the work of their own hands".
Simple work cultivates prayer and helps focus the heart on the ’one thing necessary’. |